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Albertobaldazzi

Politica “low profile” su Salvini e caso Diciotti. La cronaca interroga le coscienze

25 Febbraio 2019, 10:44am

Pubblicato da Alberto Baldazzi

Argomenti dei titoli in percentuale. Totale titoli: 203. Argomenti presenti nelle titolazioni: 301; cronaca 32% (96 presenze, per il 47% dei titoli), politica 24% (73 presenze, per il 36% dei titoli), cultura e società 17% (51 presenze, per il 25% dei titoli), esteri 10% (30), interni 7% (23), economia 6% (17), sport (e varie) 4% (11).

Argomenti dei titoli in percentuale. Totale titoli: 203. Argomenti presenti nelle titolazioni: 301; cronaca 32% (96 presenze, per il 47% dei titoli), politica 24% (73 presenze, per il 36% dei titoli), cultura e società 17% (51 presenze, per il 25% dei titoli), esteri 10% (30), interni 7% (23), economia 6% (17), sport (e varie) 4% (11).

I Tg dal 18 al 22 febbraio - Il voto della giunta per le immunità che ha negato l’autorizzazione a procedere per Salvini in merito al Caso Diciotti, dopo aver monopolizzato due serate (aperture per tutti lunedì e martedì), non ha lasciato grandi tracce nei Tg di primetime pur avendo squassato il Movimento 5 Stelle. Ciò, ovviamente, ha ragioni diverse: Tg1 e Tg2 devono per forza “minimizzare” in quanto, pur da posizioni non coincidenti, difendono il governo; i Tg Mediaset, che invece scalpitano per attaccarlo, non possono certo sventolare la bandiera del rispetto per l’autonomia della magistratura dopo averla attaccata per un quarto di secolo. Questa “chiusura preventiva” per l’attività degli inquirenti sembra contagiare anche Tg2, la testata in “quota Lega”, che dà ampio spazio alla difesa che Renzi fa dei suoi genitori, colpiti dagli arresti domiciliari.

Su un altro piano, va segnalata l’assenza di riflessione sul voto online della piattaforma Rousseau. Nessuno evidenzia che questo “presunto” momento di democrazia diretta ha però interessato poco più dello 0,01% degli elettori potenziali ed ha visto, nei fatti, solo 30mila persone esprimersi in favore di Salvini.

Per motivi non diversi da quelli che hanno animato l’informazione tv sul caso Diciotti, i Tg hanno evitato di esprimersi anche sulla mozione gialloverde di giovedì che rinvia alle calende greche la conclusione del braccio di ferro sulla Tav. Quasi tutte le testate si militano a dare la voce alle opposizioni. L’unica eccezione Tg La7, con Mentana che giovedì, fin dai titoli, si mostra piuttosto scettico nei confronti delle dichiarazioni del ministro Toninelli, secondo cui la soluzione sulla Tav arriverà “in un paio di settimane”, lasciandosi scappare un insoddisfatto “Ma certo …”.

Anche questa settimana Berlusconi, riapparso agli onori dei media (presente su 13 titoli, di cui 10 Mediaset, ed in 3 interviste, due su Mediaset ed una in Rai), si mostra “ringalluzzito” dal clima di campagna elettorale per la Sardegna, oltre che dalle evidenti contraddizioni della compagine governativa, riconfermate anche nei titoli di venerdì.

La cronaca in primo piano con “l'esperimento Foligno”

Lasciando da parte la difficile navigazione dei Tg tra gli “Scilla e i Cariddi” della politica, quando si incontrano fatti di cronaca legati al razzismo ed alla xenofobia appaiono impostazioni e servizi di buon livello. L’ “esperimento sociale” di Foligno (richiamato in 11 titolazioni tra giovedì e venerdì) sembra indignare tutte le testate, che venerdì raccolgono l’intervento del padre del bambino umiliato dal suo insegnante. Tg5 dedica l’apertura e la copertina di venerdì ad una riflessione sulla dimensione del razzismo nel nostro Paese, commentando i dati Ocse secondo i quali in Italia gli episodi di razzismo si sono triplicati tra 2016 e 2018. Per la testata di Clemente Mimun, ci troviamo ormai in un “diffuso clima di intolleranza” che va bene al di là di casi isolati. Numerosi i servizi anche sui Tg Rai, con Tg3 che in più occasioni contrappone alla xenofobia esempi di buona accoglienza che verrebbero messi a rischio dal Decreto Sicurezza.

In settimana è giunto un richiamo dell’Agcom per i Tg Rai (ed anche per Sky), accusati di un eccessivo spazio riservato alle forze di governo. Forse per questo, venerdì sera il Tg di Sangiuliano propone un ampio servizio sull’area Pd, con le dichiarazioni di Zingaretti che, tra l’altro, dichiarandosi a favore della Tav, rafforza la linea pro Salvini della testata.

Il mea culpa del Vaticano, il Venezuela e l’attenzione alle periferie

L’apertura del Summit per la protezione dei minori nella Chiesa giovedì riceve numerose coperture (5 titoli, con apertura per Studio Aperto). Nel corso dei lavori Don Vicinio Albanesi, Presidente della Comunità di Capodarco, ha rivelato di essere stato lui stesso molestato: diverse le menzioni nei servizi, con Mentana che giovedì lo intervista nel corso di un collegamento in diretta.

Passando agli esteri, la situazione in Venezuela questa settimana è seguita con maggiore attenzione (5 i titoli), con diffuse coperture da parte del Tg2, che sottolinea gli effetti della crisi alimentare, mentre Tg3 intervista il numero uno dei gesuiti del mondo venezuelano, che nega una volontà di “guerra civile” da parte dei sostenitori di Guaidò. Tg2, inoltre, è la sola testata a dedicare attenzione alle proteste, sinora pacifiche, dell’opposizione albanese contro il premier Edi Rama (2 titoli).

Gli interventi del premier Conte, che giovedì nega l’esigenza di una manovra collettiva, spiccano nei titoli per quasi tutte le testate (in apertura per Tg4, Tg3, ed i Tg delle 20). Spazio limitato invece agli scambi a distanza di venerdì tra il ministro Tria ed il governatore di Bankitalia Draghi. I buoni dati sull’occupazione, con la conversione in posti fissi di decine di migliaia di contratti a tempo determinato, figurano nei Tg di giovedì senza grande clamore (in apertura per Tg la7).

L’addio di Karl Lagerfeld raccoglie martedì l’interesse di tutte le testate, che omaggiano a vario titolo il “kaiser della moda”.

Segnaliamo poi l’attenzione dedicata dal Tg3 alle periferie urbane, oggetto nel corso della settimana di vari servizi, iniziando lunedì con uno dedicato al Rione Sanità di Napoli. Lo stesso giorno la testata di Paterniti torna a parlare dei braccianti di Rosarno, segnalando una vicenda burocratica che impedisce l’accesso di questi lavoratori a edifici loro destinati.

Luca Baldazzi

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