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Albertobaldazzi

I Tg dal 21 al 25 maggio 2018

26 Maggio 2018, 13:00pm

Pubblicato da Alberto Baldazzi

Tabella dei titoli in percentuale. Totale titoli: 184. Argomenti presenti nelle titolazioni: 206; politica 32% (65 presenze, per il 35% dei titoli), cronaca 28% (58 presenze, per il 31% dei titoli), cultura e società 12% (25 presenze, per il 13% dei titoli), esteri 11% (23), economia 6%(13), sport e varie 6% (12) ed interni 5% (10)

Tabella dei titoli in percentuale. Totale titoli: 184. Argomenti presenti nelle titolazioni: 206; politica 32% (65 presenze, per il 35% dei titoli), cronaca 28% (58 presenze, per il 31% dei titoli), cultura e società 12% (25 presenze, per il 13% dei titoli), esteri 11% (23), economia 6%(13), sport e varie 6% (12) ed interni 5% (10)

26 maggio – Anche questa settimana l’odissea del nuovo governo si è imposta su tutte le testate, monopolizzando le aperture, con Tg3 e Tg La7 che, prese dalla diretta, saltano per alcune giornate la titolazione tradizionale. 

Proposto lunedì alla guida del nuovo esecutivo, il nome professor Giuseppe Conte determina in un modo o nell’altro l’agenda politica. Una figura “politica”, stando a quanto dichiarato dai due leader della maggioranza, ma certamente poco conosciuta e che, non essendo iscritti ai partiti della maggioranza che la sostiene, assume gli evidenti caratteri del “premier tecnico”. Come accaduto nel 2011 con l’avvento del governo Monti, ai media mainstream è toccato di “presentazione” di questo nuovo, significativo attore della 18esima legislatura. A differenza del precedente “premier tecnico”, il nome di Conte è stato accompagnato più da polemiche che da apprezzamenti, sia per le obiezioni sollevate martedì per quanto riguarda alcuni passi del suo curriculum che per l’assenza di endorsement da parte dell’Europa. Abbastanza critica anche la lettura di alcuni analisti, con Cerasa del Foglio che sul Tg2 definisce la presidenza di Conte una “scommessa per l’Italia”. Anche Mentana, solo a “prendere le difese” nei confronti dell’avvocato-professore contro le polemiche arrivategli per essere stato il legale della famiglia Vannoni, pur riconoscendo a Conte indubbio prestigio professionale, si interroga comunque quanto la sua persona possa rappresentare, senza venirne pilotato, la maggioranza di governo.

Ma superato il nodo del nome del premier, il travaglio per il nuovo esecutivo continua passando al quello del ministro dell’Economia. Se Salvini è riuscito in settimana ad imporre all’alleato Di Maio l’economista Paolo Savona, venerdì emerge come questa nomina non incontri, forse per le posizioni di Savona sull’Euro, l’assenso del Presidente della Repubblica Mattarella. Tra le varie analisi, è Tg La7 ad offrire il commento più interessante, ricordando il diritto del Capo dello Stato di rifiutare i ministri e palesando come, data la gravità di primo rifiuto informale del Presidente, “in questo momento il governo di Giuseppe Conte è appeso ad un filo”.

Gran seguito fin dai titoli trova l’andamento dei mercati, che reagiscono al clima d’incertezza con minori acquisti dei titoli di stato e conseguente rialzo dello spread sugli interessi dei buoni decennali, che venerdì supera la soglia dei 200 punti. Spaurite nei servizi le menzioni alla stampa internazionale, con ai giudizi dei quotidiani tedeschi a cui si affianca il sostegno invece espresso da Macron, ed in seconda battuta da Marine Le Pen. A latere di tutto ciò, si segnala l’attenzione del Tg3 (titolo lunedì) e di Tg5 (servizi mercoledì e giovedì) sui possibili sviluppi per gli impianti dell’Ilva di Taranto, con la compagine M5S che propenderebbe per una chiusura progressiva degli impianti. 

Fuori dalla politica, la settimana dell’informazione è stata marcatamente segnata dalla cronaca. Su tutte le coperture spicca la “tragedia del cavalcavia” di Francavilla, l’omicidio suicidio di un imprenditore di Chieti che, dopo aver fatto precipitare la moglie dal secondo piano di una palazzina, ha lanciato nel vuoto la figlia di 10 anni per gettarsi lui stesso, dopo ore di vane “trattative” con le forze dell’ordine, seguite quasi in diretta dalle testate di lunedì. Grande spazio hanno trovato anche le immagini dell’incidente ferroviario sulla linea Torino-Ivrea, causato dalla presenza di un tir sui binari: titoli per tutti giovedì, con le testate Mediaset che offrono le riprese del momento dello schianto, fatale per due persone.  

Al di là di questi eventi straordinari, resta alta l’attenzione verso i casi di femminicidio (26esimo caso, segnala il Tg2) e violenza sulle donne. Molto seguita dai Tg Mediaset la violenza sessuale di gruppo di cui è stata vittima una donna nella periferia romana di Guidonia, su cui apre martedì Studio Aperto, con coperture di eventi simili riprese nel corso della settimana. Torneremo su questa notizia a fine analisi per una riflessione.

Passando alla pagina degli esteri, il fatto della settimana è l’improvvisa escalation nei rapporti tra Stati Uniti e Corea del Nord, con il Presidente Trump che giovedì (4 titoli) annulla il vertice previsto per il 12 giugno con il dittatore Kim, benché già nella giornata successiva di venerdì sembrano aprirsi spiragli per una nuova distensione. Sempre gli Usa restano sotto i riflettori per l’incriminazione dell’imprenditore Weinstein, accusato di ripetute molestie sessuali, che venerdì si è consegnato (titoli per tutti) alla polizia newyorkese, venendo rilasciato dopo poche ore previa una cauzione principesca. Da segnalare, sempre venerdì, il titolo di Tg La7 alla situazione spagnola, con il Partito Popolare di Rahoy travolto da condanne di corruzione ed adesso privo del sostegno degli alleati, che assieme a Podemos chiamano le urne. 

L’anniversario della Strage di Capaci (titoli per i Tg Rai di mercoledì) produce le consuete buone coperture, con il viaggio della Nave della Legalità e gli interventi di tanti, tra giovani ed adulti, che ispirandosi alle figure dei giudici Falcone e Borsellino si impegnano giornalmente nel contrasto alla mafia ed alle altre forme di criminalità organizzata. 

Per gli interni, continua l’attenzione dei Tg Mediaset ai tanti problemi della Capitale, con la critica su più testate alla decisione di avvalersi di pecore e capre per curare le aree verdi della Città Eterna, da mesi incolte a causa di tagli sulle ditte che dovrebbero occuparsi del verde pubblico e della consueta burocrazia. 

Tra le varie ed eventuali, segnaliamo:

- la differenza di coperture tra Studio Aperto e Tg4 nei confronti della lunga intervista rilasciata dalla donna romana di Guidonia che la scorsa settimana è stata aggredita e violentata sotto ad un cavalcavia. Se su Studio Aperto la testimonianza della donna, nella sua crudezza, viene offerta senza giudizi ed, a nostro avviso, con grande rispetto perso la vittima, la copertura del Tg4 tronca la testimonianza, indugiando a nostro avviso sugli aspetti più morbosi. Guardando alla testata di Rosanna Ragusa, va tuttavia riconosciuto come nonostante molti dei fatti di cronaca della settimana abbiano riguardato violenze ed extra-communitari, non abbiamo assistito alla consueta retorica dell’insicurezza proposta attraverso servizi ansiogeni e musiche tetre. La cosa ci ha fatto piacere, e terremo conto se la tendenza si manterrà nelle prossime settimane;

- il servizio del Tg1 di mercoledì sull’inquinamento registrato nell’aria della città di Parigi, con l’ammiraglia Rai che muove una critica verso il Presidente Francese Macron per non aver rispettato l’impegno annunciato di voler “pulire il pianeta”, non essendo riuscito ad abbassare i livelli di smog della sua stessa capitale;

- l’attenzione data da parte di tutte le testate Mediaset (3 titoli venerdì) al licenziamento di un operaio marocchino 61enne, Osmu Labib, impegnato a Melzo (Milano) da 30 anni presso al Grief Italia spa, azienda per la quale il lavoratore aveva perduto, nel 1991, la mano destra sotto la pressa. Un licenziamento motivato dall’ammodernamento tecnologico dell’azienda che ha automatizzato le procedure per le quali era richiesta la presenza di Labib, lasciandolo senza lavoro, e con una pesante disabilità, a 4 anni dalla pensione.  

Luca Baldazzi

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