Sentenza senza Appello?

I Tg di mercoledì 8 maggio - L’apertura di tutti i Tg è doverosamente dedicata al disastro del Molo Giano con la Jolly Nero che svelle la torre dei piloti, fa sette vittime, due dispersi e diversi feriti, colpendo al cuore la città della Lanterna. Le immagini sono quelle di un porto colpito da uno tsunami. Le cronache, inevitabilmente, si assomigliano tutte e la ricerca delle cause è solo agli inizi. Nessuna scusante, nessun alibi: assenza di vento, mare piatto, un’ operazione che si ripete migliaia di volte ogni anno.

La sentenza d’Appello milanese al processo Mediaset, con la conferma della condanna a quattro anni e cinque di interdizione per Silvio Berlusconi, “sfiora” la chiusura di Tg 3 e Tg4, ed è seconda notizia per quelli delle ore 20. Comportamenti difformi tra le diverse testate. Tg 1 è molto istituzionale e non richiama le complicazioni che potrebbero derivarne per il quadro politico. TG La 7, al contrario, giunge a dire per bocca di Mentana che lo stesso Enrico Letta “rischia”. Tg 5 era, con le testate consorelle, in “campagna” già da ieri, con la lunga intervista al Cav. Questa sera c’è la fila dei commenti irati dei tanti berluscones, oltre che dell’Avvocato Ghedini (presente anche sugli altri) che,” lui”, sapeva già che la sentenza sarebbe stata ignobilmente avversa al suo assistito. Ora, sorge spontanea una riflessione: forse che la sua difesa ha lavorato male o, alternativamente, le carte dei Pm “hanno parlato da sole”? Non sta a noi giudicare, e forse non starebbe neanche ai Tg di famiglia che sposano invece la tesi trita e ritrita della “magistratura politicizzata” e dell’attacco giudiziario al Capo. Quindi “senza appello” risulta non la sentenza di Milano, che sarà portata in Cassazione, ma proprio il pregiudizio sulla magistratura non solo inquirente, ma anche giudicante: pregiudizio espresso sempre e solamente quando qualche eccellente imputato viene condannato. Un’ultima notazione: l’attesa a Cologno Monzese era così forte che la brava conduttrice di Tg 4 si illude per qualche secondo che Silvio sia stato condannato solo a qualche pena pecuniaria, ma non è stato così.

Nitto Palma che sale alla Presidenza della Commissione Giustizia del Senato, senza i voti dei consiglieri del Pd, ci fa chiedere se era vero o no che il capogruppo Zanda avesse concordato sul nome, per quanto sgradito, dell’ex Ministro della Giustizia di Berlusconi: se sì, significa che i suoi senatori non lo seguono più di tanto; se no, si poteva essere espliciti nel negare il consenso al Pdl.

Il Pd che annaspa alla ricerca di una composizione, magari di “basso profilo”, che lo porti ad un Congresso forse anticipato, è notizia e servizio per tutti, anche in questo caso con i consueti parametri di maggiore o minore comprensione e benevolenza.

Il Celeste Formigoni, precipitato nel gorgo di un più che probabile processo per corruzione e associazione a delinquere, ottiene un’ attenzione a macchia di leopardo: presente e “alto” per i Tg Rai e per TG La 7, “dimenticato” da quelli Mediaset. C’è bisogno di spiegare perché?

Alberto Baldazzi

Dati Auditel dei Tg di martedì 7 maggio 2013

Tg1 – ore 13:30 4.221.000, 23,62% ore 20:00 5.639.000, 23,87%. Tg2 – ore 13:00 3.082.000, 19,18% ore 20:30 2.565.000,9,80%. Tg3 – ore 14:30 2.026.000, 12,32% ore 19:00 2.149.000, 13,15%. Tg5 – ore 13:00 3.400000, 21% ore 20:00 4.547.000, 19,14%. Studio Aperto – ore 12:25 2.213.000, 17,50% ore 18:30 843.000, 6,80%. Tg4 – ore 14.00 785.000, 4,47% ore 18:55 901.000, 5,56%. Tg La7 – ore 13:30 816.000, 4,52% ore 20:00 1.927.000, 8,07%.

Fonte: www.tvblog.it